Baldessarelli & Partner

03.05.2022

DALL'ESTERO ALLA RESIDENZA IN ITALIA: I VANTAGGI FISCALI PER LA CREAZIONE DI IMPRESE

Sempre più lavoratori italiani e stranieri decidono di mettersi in proprio in Italia aprendo una partita IVA e sfruttando il regime fiscale per i cosiddetti "impatriati" (rimpatriati o immigrati). Questo vantaggio fiscale consiste nel tassare solo il 30% del reddito percepito in Italia (10% se la residenza viene trasferita in una regione del Sud). Per poter accedere al beneficio, devono essere soddisfatte le seguenti condizioni: non avere avuto la residenza in Italia nei due anni fiscali precedenti il trasferimento della residenza; rimanere in Italia per almeno due anni; svolgere l'attività in modo prevalente in Italia, cioè per più di 183 giorni per anno fiscale. Per le persone che soddisfano i requisiti di cui sopra, il 70% (o il 90%) del reddito di lavoro dipendente (e assimilato), di lavoro autonomo o di impresa conseguito individualmente in Italia non è tassato ai fini IRPEF. In precedenza, l'esenzione fiscale era limitata al 50% e non si applicava al reddito d'impresa. Il beneficio è concesso per cinque anni dall'acquisizione della residenza in Italia e può essere prorogato per altri cinque anni se si verificano determinate condizioni. Gli "impatriati" (rimpatriati o immigrati) che percepiscono un reddito da lavoro autonomo spesso non approfittano del regime vantaggioso finché non preparano la dichiarazione dei redditi. Tuttavia, è possibile usufruire del beneficio fiscale "in anticipo" presentando un'apposita domanda ai committenti, che applicano la ritenuta sul reddito imponibile già ridotto.

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